Ricordi e riflessioni di un apprendista sismologo
A cura di Aldo Zollo (Università di Napoli Federico II – Dipartimento di Fisica)
Era domenica pomeriggio tardi, rientravo in vespa percorrendo il corso Vittorio Emanuele a Napoli, nella sua parte più panoramica che guarda al golfo di Napoli ed al Vesuvio. Una sera di novembre, neanche troppo fredda, di quelle domeniche in cui può piacere scarrozzare in moto senza una meta fissa.
Salgo le scale che portano al monolocale dove vivevo, il vicino del piano di sopra si precipita giù vedendomi arrivare: “Il terremoto, il terremoto, fuggiamo via, …” Era completamente assalito dal panico. A grandi passi entro nella mia stanza, vedo il neon al soffitto che ancora oscillava, la luce che andava e veniva nella stanza.
Il mio primo terremoto l’ho vissuto così, a cose ormai fatte, senza averne percepito lo scuotimento forte e lungo, solo attraverso la paura delle persone che mi hanno raccontato la loro esperienza di mancamento del suolo dovuto ad una vibrazione lenta, ampia e interminabile.
Leggi l’articolo completo: https://ingvterremoti.com/2020/11/22/terremoto80-ricordi-e-riflessioni-di-un-apprendista-sismologo/
Comments are closed