Il terremoto Campano-Lucano del 1980, il video dei risultati di una ricerca dell’Università di Chieti
a cura di Simone Bello (Università di Chieti)
Il video espone i risultati di una ricerca dal titolo “Fault pattern and seismotectonic style of the Campania – Lucania 1980 earthquake (Mw 6.9, Southern Italy): new multidisciplinary constraints” (Bello et al., 2020) in corso di revisione per la pubblicazione sulla rivista Frontiers in Earth Science e finanziata con fondi PRIN-2017 (P.I. Prof. Giusy Lavecchia).
In questo lavoro Simone Bello (Università di Chieti) illustra nuovi dati geologico-strutturali lungo le tracce delle faglie affioranti nell’area epicentrale del terremoto Campano-Lucano del 1980 (M w 6.9), integrati con una revisione dei dati sismologici preesistenti e con una interpretazione aggiornata della linea sismica CROP-04 per ricostruire le geometrie superficiali e profonde, la cinematica e il campo di stress del modello di faglia sismogenica.
Sono stati identificati e caratterizzati tre lineamenti di faglia principali, organizzati in segmenti en-echelon ad alto angolo di diversi chilometri di lunghezza. La faglia più interna e quella intermedia, definite come Inner Irpinia (InIF) e Irpinia Faults (IF), immergono verso est; la faglia antitetica esterna (AFA) immerge verso ovest. Nel lavoro si riportano inoltre evidenze di fagliazione cosismica superficiale (fino ad 1 m) non riconosciute prima lungo il segmento E-W e rotture cosismiche con rigetto verticale massimo fino a ~ 1 m ancora ben preservate laddove erano già state rilevate da altri ricercatori 40 anni fa. I dati strutturali rilevati e una nuova raccolta di meccanismi focali (1980-2018) sono stati utilizzati per analisi di stress e deformazione, per mostrare un’orientazione dell’asse di massima distensione orientato circa NNE, con una deviazione alla scala crostale dalla classica direzione tensionale SW-NE evidente attraverso le altre aree della catena appenninica.
E’ stata analizzata la prosecuzione in profondità delle faglie affioranti lungo la traccia del profilo CROP-04 attraverso i dati sismologici di distribuzione ipocentrale disponibili. Integrando tutte le informazioni, si è costruito un modello sismotettonico 3D, estrapolato alla base dello strato sismogenico. Viene alla luce una struttura graben-like sviluppata fino ad una profondità di circa 10-12 km, dove le strutture si raccordano ad uno scollamento basale distensivo E-immergente.
Una tale configurazione implica un controllo nel trasferimento dello stress durante le rotture del terremoto del 1980 e fornisce una nuova interpretazione del secondo sub-evento, avvenuto a 20 secondi dall’origine. La ricostruzione suggerisce che quest’ultimo abbia rotto uno splay circa NNE-immergente all’hangingwall del segmento di faglia principale E-O e forse anche uno splay antitetico immergente a SSW, in due episodi in sequenza.
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